
Il Lago Titicaca e le sue isole: Uros e Taquile.
Un’altra delle esperienze più belle che ho potuto vivere in Perù è stata quella sul Lago Titicaca.
Al di là dell’aspetto estetico, senza ombra di dubbio qualcosa di straordinaria bellezza, ho potuto fare la conoscenza di una cultura che non pensavo potesse ancora esistere al Mondo.

Nelle Isole del Lago Titicaca sopravvivono culture agricole tradizionali risalenti al periodo precolombiano, visitarle vi darà la possibilità di accostarvi a uno stile di vita completamente differente dal nostro.

In base al tempo a vostra disposizione potrete decidere se pernottare su una delle Isole o girarne alcune in giornata.
Noi ci siamo affidate a una delle tante agenzie di viaggi che si trovano a Puno per una visita in giornate di Uros e Taquile, spendendo 61 soles a testa per trasporto in barca a motore a/r, guida e ticket d’ingresso.

Non ricordo esattamente se il pranzo fosse compreso nella cifra, ad ogni modo con pochi soles in più potrete mangiare in uno degli hospedajes (locande a conduzione famigliare) o ristoranti presenti sull’Isola di Taquile.

Non aspettatevi un menù troppo variegato, ma sopa de quinua (zuppa di quinoa) e trota di lago assolutamente deliziose.


Prima di passare alle sue isole non posso non sottolineare che il Titicaca è il lago navigabile alla maggior altitudine del Mondo.
Tra le varie ipotesi, quella più originale, sull’origine del suo nome è che derivi dai termini titi (puma) e kaka (pietra). Il che significherebbe puma di pietra, in quanto la sua forma dall’alto ricorda quella dell’animale.

Islas Uros
Le Isole di Uros si trovano a soli 7 km a est di Puno e rappresentano la principale attrattiva turistica del Lago Titicaca.
Si tratta di isole galleggianti artificiali, sono infatti interamente costruite con le totora, canne galleggianti che crescono in abbondanza nelle acque basse del lago.

La vita della popolazione locale ruota attorno a questa risorsa che è in parte anche commestibile (ha il gusto del cuore di palma). Essa viene impiegata inoltre per la costruzione di case, barche e oggetti artigianali.

Le isole sono formate da diversi strati di totora, che hanno bisogno di una continua manutenzione. Gli abitanti dell’isola ricoprono in continuazione gli strati più superficiali con nuove canne per compensare la perdita degli strati più profondi che marciscono progressivamente.
Camminare sulla sua superficie risulta in questo modo sempre soffice e molleggiante, davvero una sensazione unica!

Secoli fa, la piccola tribù degli Uros iniziò a vivere su queste isole galleggianti nelle acque del Lago Titicaca, al fine di sfuggire ai popoli bellicosi dei colla e degli incas.
Se volete fare un giro con le tipiche imbarcazioni in totora dovrete pagare un supplemento di 10 soles. Ricordatevi di rispettare sempre gli abitanti dell’isola chiedendo ogni volta il permesso per potergli scattare fotografie.

La popolazione si ciba per lo più dei frutti della pesca, le case sono piccole abitazioni in cui ci sta giusto il letto e poco altro, si confezionano da soli gli indumenti, si lavano nelle ore più calde della giornata nelle acque del Lago Titicaca e il loro spazzolino e dentifricio sono le canne di totora.

Tutto questo ci fa riflettere su quanto, anche con poco, si possa vivere una vita felice. Le Islas Uros, pur non essendo isole naturali, rappresentano davvero qualcosa di unico nel loro genere.

Isla Taquile
L’Isola di Taquile si trova a 35 km a est di Puno, abitata da migliaia di anni, è un minuscolo isolotto di 7 kmq su cui vivono circa 2200 persone.
Il suo paesaggio è di una bellezza incantevole, un tripudio di colori che spaziano dal verde della vegetazione, al rosso del terreno, dal blu del Lago Titicaca, al bianco delle vette innevate della Cordillera Real Boliviana.

Oltre alle sue bellezze naturali si possono trovare antichi terrazzamenti inca, alcune rovine e una popolazione da una forte identità.


Per arrivare al centro dell’isola, una volta aver attraccato al porto, è necessaria una sfacchinata, di oltre 500 gradini, di almeno una ventina di minuti (non proprio una passeggiata, considerando l’altitudine alla quale ci troviamo).

Gli isolani parlano la lingua quechua e, a differenza dei loro vicini nelle Isole Uros, raramente contraggono matrimoni misti.

L’isola ha una tradizione artigianale molto affascinante, le sue creazioni conservano un sistema di costumi sociali profondamente radicati nella cultura del luogo.

Gli uomini lavorano la maglia fin dall’età di 8 anni per imparare a realizzarsi cappelli di lana a forma di cappucci di diversi colori. Questi copricapi costituiscono il simbolo di uno status sociale: rosso per gli uomini sposati, bianco e rosso per quelli celibi, gli altri colori per indicare la posizione sociale attuale o passata di chi li indossa.

Le donne invece tessono spesso fasce per i loro mariti da indossare, per cingere la vita, con camice bianche di tessuto grezzo e spessi pantaloni neri lunghi fino al polpaccio.


Esse invece vestono con vistose gonne a più strati e bluse impreziosite da delicati ricami. I loro abiti sono tra i costumi tradizionali più raffinati di tutto il Perù e potrete trovarli in vendita nel negozio della cooperativa sulla piazza principale dell’isola.


Lasciare quest’isola con la certezza che esistono ancora al Mondo società che non sanno quale sia il significato delle parole rubare, mentire e essere pigri e che si basano sul lavoro collettivo e il codice morale inca “Ama Sua, Ama Llulla y Ama Quella“, non ha prezzo.

Il bello però deve ancora iniziare, per 65 soles a persona e in 6 ore e mezza circa il bus ci porterà a Cusco!

